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Siamo nell'era della smemoratezza. Una smemoratezza prodotta dalla sovrabbondanza di informazioni, dalla pratica del multitasking, dalla propensione a demandare la conservazione dei ricordi ai device e ai cloud di cui facciamo uso ogni giorno. La fragilità della memoria ha spezzato la linea che congiungeva passato, presente e futuro, la linea che li attraversava e li rendeva coerenti. Ma questo è successo solo nella nostra testa, perché sul piano della realtà gli effetti delle scelte di ieri non smettono di presentarsi all'oggi. L'allargamento degli orizzonti culturali prodotto dalla globalizzazione ha ridotto tutti gli elementi del nostro panorama a dettagli lontani e indistinguibili. Ma lo ha fatto soltanto ai nostri occhi. Sul piano della realtà, ogni dettaglio è grande e potente. Come le particelle del SARS-CoV-2 di dimensioni infinitesimali che hanno, tuttavia, esercitato una coercizione inaudita sulle nostre esistenze. Bisogna reimparare ad unire tutti gli "insignificanti?" puntini.